Festival Internazionale dei Depuratori 2025: arte, acqua ed energia al MAF di Milano

Arte da mangiare mangiare d'Arte porta al depuratore di Nosedo due giorni di installazioni, performance e sostenibilità

Milano ha tanti luoghi segreti. Ma questa volta non parlo di cortili nascosti o di terrazze panoramiche, ma di un posto silenzioso che lavora ogni giorno lontano dagli occhi di chi attraversa e vive la città: il Depuratore di Nosedo. Qui, dove l’acqua e tecnologia si incontrano, sorge il MAF – Museo Acqua Franca. È in questo spazio sorprendente, fatto di tubi e paesaggi industriali trasformati in cattedrali della natura, che dal 19 al 20 settembre prende vita l’11° Festival Internazionale dei Depuratori, all’interno della Milano Green Week e delle celebrazioni dei trent’anni di Arte da mangiare mangiare Arte.

Il tema scelto, “Arte, Ambiente, Energia: il sogno circolare”, è più di un semplice slogan: è un invito a ripensare il rapporto tra l’uomo, l’acqua e la comunità attraverso il linguaggio universale dell’arte.

Il festival si apre con l'incontro “Quando il MAF sogna: i musei possono sognare?”. Poi, la danza di Elena Pavoni nello spettacolo La nascita della bellezza (inserito nel palinsesto di Fringe MilanoOff) porta il pubblico in una dimensione sospesa, dove il corpo racconta la rinascita dell’energia e della natura.

Un raccolto artistico

È nel pomeriggio del 19 settembre che il festival raggiunge il suo apice. Dopo la Semina del Tubo di giugno, è tempo adesso di raccolto. Quaranta artisti portano sulle spalle tubi da fognatura trasformati in opere poetiche e li incastrano uno all’altro, componendo una scultura itinerante lunga ottanta metri. È la Performance del Tubo: un corteo laico, un attraversamento simbolico che unisce arte e cittadinanza
Insieme al maestro Michele Sangineto, la processione si muove come un fiume umano attraverso il depuratore, celebrando il lavoro invisibile delle acque e delle maestranze. Un rito che non è solo spettacolo, ma esperienza collettiva a cui chiunque può partecipare, anche i bambini.

Il giorno dopo il raccolto artistico continua: il 20 settembre la grande installazione trova posto sulla recinzione che collega il MAF al Parco della Vettabbia. È la terza edizione di Arte in rete, dove l’opera si ferma, ma il suo respiro continua, intrecciandosi al paesaggio e al cammino.

Una galleria d'arte a cielo aperto

Attorno a questi momenti, le installazioni di artisti italiani e internazionali trasformano il depuratore in una galleria a cielo aperto. Qui l’acqua si purifica e l’arte depura lo sguardo: entrambe ci restituiscono la possibilità di immaginare un futuro più limpido.

Il MAF ospita attualmente intallazioni realizzate da Isabella Angelantoni, BOBOEEM, Caterina Borruso, Michelle Campanale, Silvia Capiluppi, Paolo Carnevale, Margherita Cavallo, Federico Delrosso, Giovanni De Lucchi, Ding Li, Nazanin Farahbod, Patricia Fraser, Fabio Fondacci e Elena Cella, Michele Giacobino, Vito Giacummo, Elmar Giacummo, Vito Giacummo, GICO, Daniela Gorla, Gruppo VOP, Francesco Lasalandra, Marialisa Leone, Anna Mainardi, Leonardo Memeo, Paolo Puddu, Jonathan Rofriguez, Etta Rossi, Hanibal Salvaro, Stefano Soddu, Franz Stahler, Studio Pace10, topylabrys, Micaela Tornaghi, Denis Volpiana.

Nato da un’idea visionaria di Ornella Piluso, fondatrice e direttrice artistica di Arte da mangiare mangiare Arte, "il Festival Internazionale dei Depuratori dal 2015 ci invita a guardare questi impianti non più come semplici infrastrutture, ma come simboli di una nuova coscienza ambientale. Perché - come ama ricordare Piluso - i depuratori sono vere e proprie cattedrali della natura. Ed è in questa Milano sotterranea e luminosa insieme, che l’arte si fa gesto, corteo, sogno collettivo".

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