Ostuni, la città bianca che sa di storia, arte e ulivi millenari
Vicoli candidi, panorami mozzafiato, gallerie d’arte e mare. Racconto di un weekend a Ostuni tra cultura, bellezza e silenzi abbaglianti.
«Ostuni è la città panoramica per eccellenza, ogni casa è un belvedere, ogni trattoria è della Bellavista, ad ogni finestra v'è un poeta che guarda nella pianura sottostante gli ulivi che cangian colore a tutti i venti […] A Ostuni si va per capire cosa vuol dire stare al riparo dal sole […] per non desiderare più romanzi, per non pensare più a viaggi lontani, qui c'è il fascino di tutte le città dei mari del Sud, qui c'è l'equatore a portata di mano».Così, nel 1941 Ettore Della Giovanna descriveva questo piccolo gioiello pugliese, su un reportage pubblicato sul settimanale il Tempo.
Io ci sono stato qualche settimana fa e, pur avendo già visto altre città di questa splendida regione, devo confessare che Ostuni ha un fascino particolare, ti colpisce subito con il suo candore, con quel bianco quasi accecante, e poi lentamente ti arriva al cuore e ti rimane dentro.
Ostuni, la città bianca che incanta al primo sguardo
Quando arrivo in un luogo che non ho mai visto, come prima cosa mi piace passeggiare per le strade senza una direzione precisa, lasciandomi stupire e incuriosire da ciò che attira l’attenzione, in una sorta di pellegrinaggio senza meta.Passeggiare per Ostuni significa ritrovarsi immersi in una storia che si insinua tra vicoli bianchi e silenzi di pietra, e che affonda le sue radici ben più in là del candore delle case.
Sulle alture della Murgia, dove la città si adagia a 200 metri dal livello del mare e a una manciata di chilometri dall’Adriatico, l’uomo ha trovato rifugio fin dalla preistoria. In una delle grotte che punteggiano le colline intorno alla città, i cacciatori del Paleolitico lasciarono tracce concrete della loro esistenza: ossa, strumenti e una donna.
Ostuni 1, così è stata chiamata, morì per parto e si pensa fosse una donna d'alto rango, poiché indossava un copricapo adorno di conchiglie rosso porpora, simbolo di uno status regale.
La Cattedrale e i tesori nascosti del centro storico
Ma Ostuni è anche città messapica, poi normanna. Ed è con i Normanni che nasce la prima cattedrale e un castello, oggi scomparso. Secoli di passaggi di mano, finché nel Cinquecento arriva Isabella d’Aragona, duchessa di Bari, e poi sua figlia Bona Sforza, regina di Polonia. È questo il tempo d’oro della città.In quegli anni viene costruita la Cattedrale dell’Assunta, punto più alto e simbolico dell’intero borgo, vero spartiacque tra romanico e gotico, con un’estetica che richiama la mano veneto-dalmata. Edificata tra il 1435 e il 1470, è ancora oggi considerata uno dei più significativi monumenti pugliesi, dichiarato di interesse nazionale per l’eccezionale stato di conservazione dell’esterno. Dentro, invece, i secoli hanno lasciato tracce più variegate, con rifacimenti seicenteschi e settecenteschi.
Scendendo dalla cattedrale, passando sotto l’Arco Stoppa, si entra nel cuore antico della città, dove un tempo c’era anche il castello normanno. Oggi, al posto delle torri, si incontra la Chiesa di San Vito, ex luogo di culto, oggi scrigno archeologico. Al suo interno – facciata barocca compresa – il museo custodisce reperti messapici e i resti della donna del Paleolitico. Lì accanto, il convento delle Monacelle, che accoglieva donne povere, talvolta mandate lì dalle famiglie per farsi suore. A farle da contrappunto, fuori dal centro, il convento delle Benedettine, più ricco, più elitario.
Poi si scende ancora, verso Piazza della Libertà. Qui Ostuni si apre al cielo. La chiesa di San Francesco, nata medievale e trasformata nei secoli, guarda l’obelisco di Sant’Oronzo.Un dono della città al suo santo protettore, colui a cui Ostuni deve la salvezza dalla peste seicentesca, quella che devastò la Puglia, risparmiando – chissà perché – solo lei.
E in mezzo a tutto questo, ritorna un tocco di Venezia.
Non solo nelle linee della cattedrale, ma anche nella memoria di un quadro perduto del Padovanino, un tempo ospitato in una delle cappelle.
A ricordare quell’influenza resta però una tela del Veronese, una Deposizione, oggi visibile nella chiesa dell’Annunziata, riedificata nel Seicento su un impianto cinquecentesco.
Un frammento di grande arte, incastonato in una città che continua a raccontarsi pietra dopo pietra.
Gallerie d’arte a Ostuni: tra pop, kitsch e talento locale
Ostuni trasuda arte, non solo per la sua storia passata, ma anche nelle numerose botteghe artigiane che rendono vivo e caratteristico il centro storico.
Camminando su corso Cavour non ho resistito di fronte alle opere esposte nella vetrina de La Bottega dell'Angelo.
La direzione stilistica della galleria è fortemente orientata verso il pop, ma come mi ha raccontato Angelo Michele Annese - gallerista e proprietario - sta evolvendo sempre di più verso il super kitsch, una tendenza ancora in fase di definizione ma che già ha trovato un’importante visibilità, come dimostrato dalla Biennale di Venezia dello scorso anno.
La galleria, seppur di piccole dimensioni, ha un percorso espositivo che invita il visitatore ad esplorare nuove frontiere artistiche, sempre più audaci e coinvolgenti.
Oltre a vendere opere di artisti consolidati come Fortunato Depero ed Ugo Nespolo, che hanno un posto di rilievo nel panorama artistico, alla Bottega dell’Angelo trovano spazio anche altre figure altrettanto interessanti, come Sandro Chia, Filippo de Pisis, Marco Lodola, Angelo Accardi, Alessio Bruno, Omar Galliani, Camillo Altagrazia, Raffaele Di Gioia, Piero Schirinzi, Giuliano Giuggioli ed altri artisti emergenti italiani.
La Bottega dell’Angelo è nata nel 2014, dal desiderio di Angelo Michele Annese di tornare in Puglia dopo aver trascorso ben 18 anni in diverse gallerie d’arte tra la Toscana e la Sardegna.
“Questa scelta ha rappresentato un sogno che finalmente si è realizzato. La selezione degli artisti è stata influenzata da un’esperienza precedente a Firenze, un periodo in cui ho avuto modo di scoprire tanti artisti toscani. Tuttavia, una volta arrivato in Puglia, ho voluto puntare su nomi nuovi ed emergenti, prediligendo il talento locale”.
Un artista di spicco presente in galleria è Alessandro Indaco, un talentuoso tarantino che lavora con ceramica e pittura.
La sua narrazione pittorica è focalizzata sulla figura umana, in particolare sulla figura femminile, che racconta attraverso una moltitudine di emozioni e sfumature - mi spiega il gallerista Annese - La ceramica, invece, è un vero e proprio omaggio al passato: Alessandro recupera oggetti di tradizione, utilizzando smalti blu provenienti da diverse parti del mondo, come Cina, Giappone e Olanda, e li reinventa, trasformandoli in pezzi che sembrano appartenere ai fasti della corte dei Medici.
Le opere di Alessandro Indaco mi hanno particolarmente colpito, perché sono molto più che semplici oggetti, arricchiti da dettagli in oro zecchino. Raccontano nuove storie, nuovi vissuti, grazie anche alle installazioni artistiche che li accompagnano.
Tra i suoi lavori più affascinanti, ci sono i "cuori", piccoli e grandi, che parlano di storie d’amore, ma anche di sacrificio e passione. Racchiusi in eleganti teche di plexiglass, i cuori combinano ceramica e oro zecchino e racchiudono al loro interno un mondo di dettagli e significati profondi. Ogni cuore è un racconto a sé, una storia che prende vita attraverso la materia e l’arte.
La Piana degli Ulivi e il mare: natura da contemplare
Non solo vicoli circondati da case bianche e monumenti di pregio artistico. Ostuni ti incanta anche per una vista a perdita d’occhio sulla Piana degli Ulivi, con il mare all’orizzonte.Prima che la costa si apra alle infinite sfumature di azzurro, la Piana degli Ulivi ti accoglie e ti avvolge con la trama millenaria di tronchi nervosi e maestosi.
La sensazione che ho avuto quando mi sono affacciato per la prima volta a uno dei numerosi belvedere della città è stata quella di trovarmi di fronte a un mare verde - argento, che vibra con il movimento delle foglie d’ulivo mosse dal vento, e che fa da scudo alla città e la accompagna verso il mare.
Qui, alla spiaggia di Torre Pozzelle,
ho trascorso mezza giornata, cullato solo dal rumore delle onde del
mare che si infrangevano sulle pareti rocciose e avvolto dal profumo
della macchia mediterranea alle mie spalle.
Cinque calette sabbiose circondate da tratti di scogliera bassa e macchia mediterranea.
Attorno alla torre aragonese, costruita tra il 1565 e il 1569, è possibile addentrarsi a passeggiare in un raro bosco di ginepri secolari e una piccola zona umida, che oggi è diventata area protetta per salvaguardarne la sua biodiversità.
Dove dormire a Ostuni: il fascino del B&B Il Principe vien dal Mare
Nel mio breve ma intenso viaggio ad Ostuni ho soggiornato al B&B Il Principe viendalmare, una sola stanza con un grande terrazzo, che regala ogni giorno un panorama diverso, che spazia dal candore della città e arriva fino al blu del mare.
Bianco e azzurro i toni predominanti, che fanno del Principe vien dal Mare un luogo molto raccolto e accogliente, arredato con un gusto che sposa elementi moderni ed oggetti della tradizione locale per creare un ponte tra passato e presente, raccontando così il territorio.
La testata del letto è stata ricavata dall'ingresso di una vecchia sacrestia, mentre gli armadi sono stati realizzati con le porte di una vecchia masseria. Gli elementi d’arredo sono pensati per creare un ambiente che riflette l’autenticità del luogo.
Una scala in legno, sospesa tra la parete e il letto, conduce a un piccolo soppalco arredato con due sgabelli e un bancone per una veloce colazione, grazie anche alla presenza di frigorifero, microonde, macchina da caffè e bollitore elettrico.
Da qui si esce poi sul terrazzo, vero punto forte del B&B, da dove si può godere di una vista che spazia dalla Piana degli Olivi, con la sua bellezza mozzafiato, fino alla Madonna della Grata, una chiesa che sorge nel mezzo di questo mare verde.
A dare carattere agli ambienti del Principe vien del mare, alcune opere d’arte di artisti emergenti che vengono esposte a rotazione, come se fosse una piccola galleria.
Questi artisti, tra cui quelli menzionati nella Galleria alla Bottega dell'Angelo, contribuiscono a rendere l'atmosfera ancora più dinamica e unica.
Ostuni e dintorni: spunti per un itinerario nella Valle d’Itria
Io sto pensando di tornare in Puglia a settembre, per esplorare non solo la città bianca ma anche le altre località della Valle d’Itria, come Alberobello, Locorotondo, Cisternino e Martina Franca.
E voi, avete già messo in agenda una vacanza o anche solo un weekend ad Ostuni?
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Arco Stoppa |
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Palazzo del Municipio e Chiesa S.Francesco d'Assisi |
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La Bottega dell'Angelo |
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La Bottega dell'Angelo |
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La Bottega dell'Angelo |
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Spiaggia di Torre Pozzelle |
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vista sulla Piana degli Ulivi |
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il terrazzo del B&B Il Principe viendalmare |
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Opera d'arte al B&B Il Principe viendalmare |
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Un cuore di Alessandro Indaco, al B&B Il Principe viendalmare |
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Caletta a Torre Pozzelle |
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